Trasporto intermodale: vantaggi e funzionamento

Per il trasporto sulle lunghe distanze, una delle soluzioni più utilizzate è quella del trasporto intermodale. 

Noi di Porto Franco Italia sappiamo benissimo come ogni spedizione debba essere pianificata nei minimi dettagli. Il trasporto su gomma è sicuramente la modalità più apprezzata e diffusa sul mercato, ma quando possibile un’azienda logistica ha il dovere di valutare anche modalità alternative. Ed è proprio in questo contesto che entra in gioco il trasporto intermodale.  

Ma in cosa consiste? 

Quali sono i suoi vantaggi? 

Continua a leggere per saperne di più!

Trasporto intermodale: cos’è

Il trasporto intermodale tende a coniugare più modalità di trasporto al fine di portare a compimento una spedizione. Questa definizione non sembrerebbe però esaurire tutte le sfumature di questa modalità di trasporto. All’interno del documento Terminology on combined transport della Conferenza Europea dei Ministri dei Trasporti, il trasporto intermodale viene descritto in questi termini:

«Il movimento di merci nella stessa unità di carico o sullo stesso veicolo stradale, che utilizza due o più modi di trasporto, e che non implica il trattamento diretto della merce nelle fasi di trasbordo».

Sostanzialmente, l’unità di carico utilizzata è quindi sempre la medesima. Questa al momento del trasbordo da un vettore all’altro non è trattata, bensì trasferita nella sua “forma originaria”. Per capire come questo sia possibile, è necessario fare un breve excursus storico.

Come nasce 

I primi abbozzi di trasporto intermodale risalgono alla Seconda Guerra Mondiale, quando per facilitare i trasbordi dai camion alle navi o agli aerei, l’esercito americano iniziò a caricare le merci su delle pedane di legno – i moderni pallet. In questo modo, le varie unità di merce potevano essere trasferite per “blocchi” da un mezzo all’altro con estrema facilità.

La vera rivoluzione da cui ha origine il trasporto intermodale moderno arriva però circa un decennio più tardi. L’imprenditore statunitense, Malcolm McLean, nel 1956 ebbe un’intuizione. Osservando il trasbordo della merce dai camion della sua azienda alla nave, immaginò che caricare direttamente il camion si sarebbe rivelato molto più semplice e veloce. Ecco che progettò i primi container.

Tuttavia, da soli i container non erano sufficienti, ed era necessario adattare anche tutte le varie componenti del trasporto. Nel 1967 la International Organization for Standardization creò un modello standard a cui tutti i vettori si potessero omologare: il cosiddetto container ISO. È proprio questa unità standardizzata di carico che rende possibile il trasporto intermodale moderno e che lo differenzia da altre forme di trasporto che implicano l’uso di più mezzi per una spedizione.

Trasporto intermodale, multimodale e combinato: differenze

Uno degli errori più comuni è confondere il trasporto intermodale con il trasporto multimodale. Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza. 

Il trasporto multimodale indica della merce che viaggia su diversi mezzi di trasporto al fine di raggiungere la propria destinazione. A differenza del trasporto intermodale, non usa un’unità di carico standard come il container.

Un’altra distinzione da fare è tra il trasporto intermodale ed il trasporto combinato. Si tratta di un sottoinsieme del trasporto intermodale che definisce una spedizione dove la maggior parte del tragitto si svolge per via mare o per via ferroviaria, limitando quindi il più possibile la modalità stradale. Nella maggior parte degli stati dell’Unione Europea, il trasporto combinato è tale quando la parte del tragitto realizzato per vie navigabili o per via ferroviaria è superiore ai 100 km, mentre quella su gomma deve essere limitata a 150 km.

Vantaggi 

Quando conviene utilizzare questa modalità di trasporto?

Rispondere a questa domanda significa evidenziare tutti i suoi vari vantaggi. Innanzitutto, il vantaggio principale è dato dalla mancanza di una rottura di carico. Il container è infatti trasbordato dai vettori così come si trova, senza che in questa fase vi sia la necessità di trattare la merce.

Inoltre, l’uso dei container garantisce una maggiore sicurezza per la merce trasportata. I container sono dei veri e propri contenitori protettivi, resistenti e difficilmente soggetti a furti.

Ma quanto è economico il trasporto intermodale? 

Comunemente si pensa che aumentare il numero di vettori impiegati, voglia dire un inevitabile aumento dei prezzi. In realtà non è così. Soprattutto durante le peak season, i costi del trasporto su gomma sono piuttosto volatili. Dall’altra parte, i costi del trasporto navale e ferroviario sono molto meno fluttuanti durante l’anno.

E poi il trasporto intermodale può anche generare economie di scala, per cui se i volumi presenti sul mercato sono rilevanti, ecco che la domanda di trasporto intermodale cresce. Gli operatori del settore provano a soddisfare le esigenze delle aziende logistiche attraverso la previsione di un ventaglio di offerte a più clienti possibili, determinando così la riduzione del costo di trasporto per unità.

Ultimo aspetto è quello dell’ecosostenibilità. Il trasporto su gomma è uno dei maggiori imputati per quanto riguarda le emissioni di CO2. In materia di salvaguardia dell’ambiente, tra gli obiettivi fissati da parte dell’UE c’è anche l’aumento del 30% del trasporto ferroviario per le merci. Ecco che il trasporto intermodale potrebbe diventare vera protagonista del cambiamento: se gli obiettivi europei fossero rispettati, si potrebbero arrivare ad una riduzione delle emissioni del 55%.

La redazione di Porto Franco Italia

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